I metaversi rappresentano ormai una nuova prospettiva nell’estensione di senso e di esperienza offerti dai mondi fisico e digitale. Attenzione, anche se la tentazione è di far coincidere il Metaverso con un habitat virtuale costruito ad hoc per l’uso di nuovi devices tecnologici, avvertiamo subito: il tema è più complesso. Il filosofo Galloway ne parla ampiamente facendo riferimento a logiche del tutto inedite che introducono nuove estetiche, nuove emergenze. Se siamo abituati a immaginare spazi già consolidati con i game MMPORG come The Sims, Minecraft, Fortnite e Roblox, preceduti dall’antesignano Second Life, d’altro canto è un fatto che l’attuale discussione sul Metaverso “viri verso la spazializzazione in cui il nostro corpo viene potenzialmente coinvolto in un’ecologia complessa” (cit. Simone Arcagni, Alessandro Bollo).
Il focus resta quello della possibilità di estendere il campo di applicazione dei Metaversi a territori ibridi co-abitati da fisico e digitale, sia dal punto di vista dell’arricchimento delle esperienze di crescita personale e professionale, sia da quello dell’effettivo rafforzamento di pratiche, strategie e strumenti di divulgazione della conoscenza. Qui, viene il bello. Se pensiamo, ad esempio, al settore culturale (ma quale organizzazione, quale azienda di per sé non è già un ecosistema culturale?), va sottolineato che occorre immaginare nuovi modi di pensare, progettare, distribuire contenuti. Le Digital Humanities, che hanno sempre lasciato ampio margine di interpretazione (se vogliamo procedere con classificazioni, spesso parziali), oggi vanno viste come l’insieme delle scienze umane e sociali, le arti e le lettere che possono contribuire a ottimizzare l’apporto del mondo digitale alla valorizzazione e distribuzione del sapere. Stephen Ramsey afferma che il termine possa avere un ampio spettro di significati, dagli studi sui media e l’arte elettronica all’edutainment, dal gaming alla produzione di contenuti digitali sotto forma di video, podcast, dal data mining all’edutech. L’allargamento del significato di Humanities necessita di una presa di responsabilità da parte di istituzioni, istituzioni culturali, imprese e associazioni. Non si tratta solo di digitalizzare la cultura, ma renderla accessibile. Non si tratta solo di marketing per le aziende, ma di svelarsi come sistemi di valore, come filiere di senso in grado di avere un ruolo nella dialettica contemporanea su temi di interesse generale. L’educazione e la cultura, la qualità della vita, l’importanza dell’istruzione, la crescita del benessere psicologico, la responsabilità sociale. Un nuovo operatore avrà anche questa opportunità, pensare al design di un’esperienza prima ancora che a un semplice contenuto da pubblicare. I Metaversi sono un crocevia, path esplorativi da cui costruire un pezzo digitale che possa facilitare la comprensione e l’assorbimento delle esperienze fisiche.
Davide Pellegrini